Un termovalorizzatore nel cuore green di Copenaghen
A circa quaranta minuti dal centro della capitale danese Copenaghen sorge un impianto frutto del perfetto connubio tra architettura e ingegneria moderna: un termovalorizzatore. Dopo la Francia, anche la Danimarca ha accettato la sfida avanguardista di costruire un termovalorizzatore nei pressi della città, nella consapevolezza di non ledere l’ambiente e i cittadini e, allo stesso tempo, di ottenere grandi risultati in termini di minor spreco e massimo riciclo.
LE CARATTERISTICHE TECNICHE
È stato progettato per ottenere il massimo recupero di energia elettrica e termica, sopportando variazioni consistenti nella composizione dei rifiuti conferiti: vapore prodotto ad alta temperatura e pressione (440°C/70 bar, con possibilità di aumentare la temperatura fino a 480°C), ridotto eccesso d’aria (da cui una concentrazione di O2 nei fumi secchi pari al 6%), SCR front-end (ad alta temperatura), turbina a vapore con rendimento isentropico e numero di pale elevato. Il sistema di condensazione del vapore dei fumi in due step permette di recuperare il calore di condensazione, incrementando di circa 20 punti percentuali il recupero di energia, da cui un rendimento complessivo di 107%: il primo passaggio raffredda i gas mediante uno scambiatore di calore posto sulla linea di ritorno del teleriscaldamento, recuperando 10 MW di calore per ciascuna linea, mentre nel secondo una pompa di calore ad assorbimento ne abbassa la temperatura fino a 20-30°C, aggiungendo altri 15 MW per caldaia al teleriscaldamento.
IL RECUPERO DELLE MATERIE PRIME
Il termovalorizzatore costruito a Copenaghen brucia 400 mila tonnellate di rifiuti l’anno ma, grazie ai filtri di ultima generazione, dalla ciminiera esce fuori solo vapore acqueo e nessun fumo nocivo. Ha il pregio di garantire il riciclo di materie mediante il recupero di risorse, ad esempio, dalle ceneri pesanti si punta ad estrarre un quantitativo di metalli superiore al 90%. Le ceneri ottenute, prive della componente ferrosa, saranno così utilizzabili come componente del manto stradale o di altro materiale utile nell’ambito edilizio andando a sostituire risorse naturali come la sabbia e la ghiaia.
Mentre l’acqua recuperata dalla condensazione del vapore contenuto nei gas (ad esempio quella ricavata per le perdite lungo la rete di teleriscaldamento) viene reinserita nel circuito evitando il reintegro di acqua potabile.
LE ALTRE FUNZIONI DI “COPENHILL”
Sul tetto dell’impianto è stato ricavato un pendio lungo 200 metri, da qui il nome Copenhill (collina in inglese) si tratta di una atipica pista da sci in grado di ospitare fino a 200 persone. È una pista da sci senza neve, ma coperta con un fondo di plastica prodotto dall’italiana Neveplast, di Mebro.
E chi non scia può dedicarsi all’arrampicata su di una delle facciate dell’impianto appositamente attrezzata, o fare una passeggiata sul sentiero che porta alla piattaforma d’osservazione più alta della città.
Mentre i danesi o qualche fortunato turista si dedica ad attività ricreative, l’impianto converte tonnellate di rifiuti in energia pulita che fornisce, tra l’altro, elettricità a 150 mila abitazioni.