Quanto cibo si spreca, dove e come
Le dimensioni dello spreco alimentare stanno raggiungendo livelli allarmanti: a livello mondiale, oltre un terzo del cibo prodotto viene sprecato, mentre migliaia di bambini ogni giorno muoiono di fame.
Solo in Italia, le stime parlano di 4.000 tonnellate al giorno, per un costo complessivo di oltre 12 miliardi di euro l’anno. Una parte di questo cibo viene sprecato nella ristorazione collettiva (mense, ristoranti, ospedali ecc.), una parte nella distribuzione (il cibo invenduto che deperisce), ma la parte più grande finisce nella pattumiera delle nostre case: 37 kg di cibo l’anno pro-capite, per un costo di circa 250 euro.
Oltre alle considerazioni etiche, che suggeriscono di non sprecare mentre qualcuno non ha neanche il necessario, ci sono quelle ambientali: produrre, distribuire e conservare questo cibo che non sarà mai consumato produce inutilmente 3,3 giga tonnellate di CO2, oltre alle enormi quantità di metano che i rifiuti alimentari finiti in discarica producono.
Le generazioni che in passato hanno sofferto ristrettezze economiche tendono a non sprecare: le nonne sanno benissimo come conservare, come recuperare gli avanzi di cucina, come scambiare con la vicina di casa quello che non consumano. Molti di noi, però, per mancanza di tempo o di informazioni, o per distrazione, gettano via cibo che avrebbe potuto essere consumato.