Abiti anche dal latte: buone notizie per gli allergici
L’idea è rivoluzionaria e un’imprenditrice tedesca finalmente ci è riuscita.
Sono decenni, infatti, che le Aziende stanno cercando di ottenere fibre e tessuti dal latte e dalle sue proteine. Non solo per motivi di recupero delle quantità di latte non utilizzato, ma anche per coloro che per diversi motivi hanno reazioni allergiche con i tessuti convenzionali.
Recentemente, alcuni produttori hanno trovato un modo per produrre tessuti a base di latte senza l’uso di fibre sintetiche. QMilk è uno di loro.
L’azienda tedesca di Hemmingen, in Bassa Sassonia (regione di Hannover) è stata fondata dal microbiologo e fashion designer Anke Domaske, che originariamente era alla ricerca di abiti non trattati chimicamente per il suo patrigno malato di cancro. Alla fine, le proteine del latte hanno suscitato il suo interesse. Quelle erano già state trasformate in tessuti negli anni ’30, ma le fibre venivano trattate con vari prodotti chimici e prodotte con un processo complesso.
Ha sviluppato, quindi, una nuova tecnica sostenibile per produrre fibre di latte solo utilizzando ingredienti naturali: “Questo processo è molto sostenibile, poiché l’acqua è energeticamente efficiente e zero-waste. Le fibre QMILK sono composte al 100% da materie prime rinnovabili e latte non alimentare. La fibra QMILK dopo poche settimane è biodegradabile in compost.”
La sua missione è creare una fibra sintetica e priva di sostanze chimiche utilizzando “latte non adatto all’uso alimentare e smaltito in modo costoso come rifiuto secondario non utilizzato“. Gli analisti evidenziano che ogni anno 116 milioni di tonnellate di prodotti lattiero-caseari vengono sprecati a livello globale.
Inoltre, Domaske afferma che grazie a questa tecnica si riesce a creare 1 kg di fibra di latte con solo due litri di acqua, contro i 20.000 litri attualmente utilizzati per produrre la stessa quantità di cotone.
La fibra di latte fu scoperta e prodotta per la prima volta nel 1930 dall’italiano Antonio Ferretti. In Italia così come in molti altri Paesi all’epoca, tonnellate di latte scremato in eccesso venivano sprecate ogni anno fino a quando l’innovazione di Ferretti si rivelò una soluzione poco costosa a questo problema. Il suo obiettivo era trasformare i sottoprodotti del latte in una nuova fibra futuristica in grado di sostituire la lana. La fibra di latte è stata utilizzata principalmente negli anni ’30 e ’40 in Europa e negli Stati Uniti per abbigliamento e articoli per la casa, ma purtroppo la sua popolarità è diminuita rapidamente con l’invenzione di fibre sintetiche piene più economiche.
Per molti anni le fibre del latte hanno svolto un ruolo tangenziale nella vasta industria tessile. Tuttavia, recentemente pochi produttori hanno ricominciato ad abbracciare questa idea come alternativa ecologica alle fibre convenzionali di cotone o seta.
La fibra di latte è una fibra proteica rigenerata a base di caseina, una proteina del latte, che si ottiene dal trattamento acido del latte scremato. All’inizio della sua esistenza la fibra è stata miscelata con una serie di sostanze per fornire una consistenza simile alla lana che sarebbe stata trattata con diversi prodotti chimici per aumentarne la resistenza e la stabilità. La formaldeide era una di quelle che rendeva la produzione di questa fibra dannosa per i lavoratori, l’ambiente e i consumatori.
Al giorno d’oggi, la fibra del latte viene solitamente miscelata con acrilonitrile, il componente principale del filato acrilico, ed è considerata sintetica o semisintetica. Il processo di produzione non include l’uso di formaldeide o di altre sostanze chimiche tossiche utilizzate negli anni ’30. Va notato però che l’acrilonitrile è anche noto per la sua tossicità e nocività per l’uomo e l’ambiente.
E come sono al tatto questi abiti dal tessuto rivoluzionario?
I tessuti a base di latte sono morbidi, lisci, antibatterici, ottimi per assorbire l’umidità e hanno grandi proprietà isolanti. Sono spesso utilizzati per prodotti di abbigliamento che vengono indossati vicino alla pelle e articoli per la casa, tuttavia possono essere utilizzati anche per applicazioni più tecniche. Sono spesso miscelati con cotone o seta per creare una consistenza più liscia o ridurre i costi. In effetti, le fibre di caseina pura sono difficili da produrre, il che significa un prezzo più alto rispetto ai materiali convenzionali, anche se più economici di altri componenti di lusso come la seta.
Per saperne di più su Qmilk: https://www.qmilkfiber.eu/