Amsterdam e l’economia della “ciambella”

Le ciambelle escono sempre col buco? Se sono CIRCOLARI, sì.

Un’economia completamente circolare entro il 2050, che ottimizzi al massimo il riutilizzo delle materie prime per evitare sprechi e che riduca il più possibile le emissioni di CO2: è questo l’obiettivo della città di Amsterdam.

L’ambizioso progetto sarebbe realizzabile attraverso una strategia innovativa che configurerebbe il “primo modello economico di ciambelle al mondo”.

Il modello di ciambella è stato sviluppato da Kate Raworth, un ricercatore associato presso il Environmental Change Institute dell’Università di Oxford, che ha poi adattato il suo modello originario, creando “la ciambella di Amsterdam”. 

L’anello interno della ciambella delinea i requisiti minimi per una “buona vita”: reddito, lavoro, salute, reti sociali e partecipazione politica. L’anello esterno indica, invece, i limiti ecologici del pianeta, quali: cambiamenti climatici, esaurimento dello strato di ozono e declino della biodiversità. La fascia compresa tra questi due anelli rappresenta “una città fiorente” che soddisfi le esigenze dell’uomo e del pianeta.

Il primo step è quello di ridurre, già entro il 2030, gli sprechi alimentari del 50% (attualmente i rifiuti alimentari annui si aggirano sui 41 per persona), destinando l’eccedenza di cibo ai residenti che ne hanno più bisogno. 

Oltre al settore alimentare, Amsterdam sta, inoltre, sviluppando uno strumento di monitoraggio per rintracciare le materie prime e valutare quali iniziative contribuiscono maggiormente agli obiettivi dell’economia circolare.

Per fare ciò verranno utilizzati requisiti di sostenibilità più rigorosi nelle gare di costruzione prevedendo, tra le altre cose, un “passaporto dei materiali” per gli edifici, in modo che le aziende di demolizione possano sia stabilire se i materiali sono ancora utilizzabili e sia dove si possono reperire materiali riutilizzabili. Il primo quartiere circolare “pilota” della città è in fase di sviluppo nell’area di Buiksloterham.

La città sta, poi, lavorando con aziende e organizzazioni di ricerca su vari fronti, sono oltre 200 i progetti di economia circolare in cantiere. Particolarmente interessante il progetto pilota con l’industria delle vernici e negozi dell’usato attraverso i quali vengono raccolte le vernici di lattice, scartate per la rivendita.

Anche il Comune vuole contribuire in prima persona, riducendo del 20% il proprio utilizzo di nuove materie prime, con l’ulteriore obiettivo di effettuare solo acquisti circolari, entro il 2030, non solo per ciò che concerne l’approvvigionamento di prodotti come forniture per ufficio e apparecchiature informatiche, ma anche per la realizzazione di progetti infrastrutturali come la costruzione di strade.

Amsterdam costituisce, dunque, un altro esempio virtuoso a cui ispirarsi.