PUMS: i piani urbani per la regolamentazione della mobilità sostenibile
La regolamentazione della sharing mobility in Italia, non avviene attraverso una normativa nazionale, ma viene demandata alle amministrazioni comunali, attraverso i cosiddetti PUMS – Piani Urbani della Mobilità Sostenibile.
Secondo quanto espresso nella seconda edizione (ottobre 2019) delle Linee Guida Europee “Guidelines for developing and implementing a Sustainable Urban Mobility Plan”, un
“Piano Urbano della Mobilità Sostenibile è un piano strategico che si propone di soddisfare la variegata domanda di mobilità delle persone e delle imprese nelle aree urbane e peri-urbane per migliorare la qualità della vita nelle città. Il PUMS integra gli altri strumenti di piano esistenti e segue principi di integrazione, partecipazione, monitoraggio e valutazione”.
Il PUMS è, dunque, una pianificazione della mobilità urbana, volta a soddisfare le diverse esigenze e a migliorare la qualità della vita nelle città. Le politiche e le misure stabilite in un PUMS devono coinvolgere tutte le modalità e le forme di trasporto presenti sull’intero agglomerato urbano, pubbliche e private, passeggeri e merci, motorizzate e non motorizzate, di circolazione e sosta.
Facciamo l’esempio della Capitale. Nella città di Roma il PUMS si snoda in tre scenari temporali, a seconda delle tempistiche di attuazione:
- Breve periodo: si riferisce alle opere più urgenti e importanti per l’Amministrazione e per i cittadini della Capitale (residenti, city users, studenti fuori sede e turisti).
- Medio periodo: prevede la realizzazione di opere rilevanti ma con un livello di priorità sicuramente inferiore o che richiedono una fase di progettazione e, dunque, tempi più lunghi.
- Lungo periodo: comprende tutte le opere ritenute fattibili ed utili alla collettività, nell’ottica di mantenere al minimo l’impianto della rete metropolitana a quattro linee, già previsto dagli strumenti di pianificazione vigenti.
Tuttavia, occorre precisare che i PUMS sono documenti con uno scopo di mero orientamento delle politiche di mobilità cittadine. Ed essendo semplicemente atti di indirizzo, il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati nel piano, non comporta alcun tipo di sanzione.
In base ai dati forniti dall’Osservatorio nazionale PUMS sullo stato dell’arte a febbraio 2020, i Comuni dove è stata avviata la redazione di un piano urbano di mobilità sono solo 164 tra adottati (35), approvati (36) e in redazione (93).
L’Osservatorio Nazionale PUMS – con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela della Terra e del Mare – è un interessante progetto che punta ad essere un punto di riferimento per la mobilità sostenibile, radunando tutte le informazioni dei Comuni che hanno deciso di partecipare alla Rete e di condividere i dati della mobilità sostenibile sviluppata nella propria area urbana.
Prova a controllare sul sito del tuo Comune se è previsto un PUMS e quale sarà lo sviluppo della mobilità nel medio e lungo periodo.