La filosofia dell’usa e getta deve finire
Sapete cosa indica la data del 29 luglio 2019? È il giorno nel quale abbiamo esaurito il patrimonio delle risorse disponibili per l’anno 2019. Questo ha stabilito The Global Footprint Network, un’associazione che calcola il giorno in cui si esaurisce il patrimonio di risorse disponibili per l’anno in corso. Tra l’altro, pare che il processo stia subendo una progressiva accelerazione e che ogni anno la data anticipi di qualche giorno.
Il tradizionale modello economico utilizzato quindi sino ad oggi, quello lineare e basato sul tipico schema estrarre-produrre-utilizzare-gettare o più semplicemente “usa e getta” non può più essere reiterato, il consumismo sfrenato e fine a se stesso, forte dell’errata, quanto assurda, convinzione che il pianeta disponesse di ingenti quantità di materie prime e di energia “facile” e a basso costo.
A fronte di dati tanto allarmanti, si sta, pertanto, cercando di convertire il tradizionale modello lineare in un modello circolare. Tale passaggio non è automatico, né immediato, ma richiede del tempo e, soprattutto, un profondo distacco culturale rispetto al passato. È, inoltre, necessario imparare a comprendere la relazione tra sistemi diversi. Un nuovo modo di vivere il pianeta e le sue ricchezze, con la consapevolezza che queste non sono infinite.
L’economia circolare è, infatti, un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e dei prodotti esistenti. Terminata la funzione originale di un bene, i materiali di cui esso è composto vengono reintrodotti nel ciclo economico, in modo da poter essere riutilizzati all’interno del ciclo produttivo, generando, così, ulteriore valore. Estendendo il ciclo di vita dei prodotti, si contribuisce a ridurre al minimo la quantità di rifiuti.
La dichiarata “guerra allo spreco”, anche attraverso l’economia circolare, persegue, dunque, l’ambizioso obiettivo di salvaguardare il pianeta e il futuro dei nostri figli. Ma, nonostante tutto questo parlare di lotta allo spreco, riciclo, riutilizzo, insomma, nonostante i buoni propositi, la realtà è che, ad oggi, gran parte della materia trasformata in oggetti, ancora resta inutilizzata per la maggior parte della sua vita. Ad esempio, un’automobile, in media, giace inutilizzata per circa il 90% del suo tempo, una car sharing per il 60%.
Per questo è necessario impegnarsi per prolungare la vita dei prodotti che utilizziamo riparandoli, donare loro una seconda vita, attraverso il riciclo e il riutilizzo, cercare di produrre pochi rifiuti, imparare a conferirli nel modo corretto in maniera da favorire il loro riciclo.
Dall’altra parte, è opportuno imparare a sprecare poco, a ottimizzare le risorse che abbiamo, a rispettare il ritmo delle stagioni rallentando il ricorso a coltivazioni e allevamenti intensivi.
Occorre, pertanto, puntare in maniera più incisiva e concreta alla salvaguardia del pianeta, iniziando a mettere in atto il cambiamento di prospettiva nella nostra quotidianità.
Del resto, è cosa conclamata che I FATTI CONTANO PIÙ DI 1000 PAROLE!